La prima domanda che ci viene da fare è :
Sta prendendo piede il betting Exchange in Italia ?
La risposta corretta non c’e’. Da un lato si puo’ dire che se l’AAMS (organismo del monopolio) se ne e’ interessata, l’ha regolamentato con una legge del 2013 e circa un anno dopo l’ha introdotto in Italia vuol dire che stiamo parlando di una cosa importante. In effetti come abbiamo gia’ avuto modo di sottolineare il betting Exchange in europa e’ alla ribalta da molti anni.
Alcuni fortunati ne hanno intravisto le potenzialita’ gia’ svariati anni fa, aprendo un conto sul sito inglese di betfair e testando “sul campo” le infinite possibilita’ che il betting Exchange offre. Dall’altro pero’ possiamo affermare con sicurezza che ancora e’ un “prodotto” di nicchia, riservato ai cosiddetti esperti del settore che nella maggior parte dei casi non vengono nemmeno dal mondo delle scommesse, ma, ad esempio, dal mondo del trading finanziario.
Perche’ quando un trader si rende conto che nel betting Exchange c’e’ da controllare una sola variabile rispetto alle mille dei mercati finanziari improvvisamente capisce. Capisce che non serve essere super esperti di calcio, studiosi che passano anni a tenere sotto controllo statistiche anche se ovviamente aiuta. E non poco.
Ma perche’ c’e’ voluto cosi tanto per far arrivare questa “innovazione” in Italia ?
Probabilmente la risposta va ricercata nella psicologia degli italiani, in quel retaggio instillato nelle menti sin dai beati tempi della Sisal e del Totocalcio. Quando si credeva che bastavano 1000 lire per vincere i miliardi. La psicologia che ha portato gente da tutta Europa a giocare al Superenalotto italiano per vincere i famosi 140 milioni di euro.
Purtroppo in italia gli scommettitori si dividono in 3 categorie.
- Quelli che non si interessano di fare del betting o del trading una professione
- Quelli che fanno una giocata per divertimento, magari in societa’ con amici o colleghi, che cercano solo un piacevole modo per aggiungere quel brividino ad un pomeriggio sul divano.
- Quelli che fanno del betting o del trading sportivo una vera e propria professione
Diciamo che in percentuale possono essere circa il 35%.
Poi c’è un altra categoria quella piu’ amata dai bookmakers di tutto il mondo. Quelli che sono ancora convinti che con 3 partite con quota altissima o con 20 partite a quota bassissima sia possibile vincere 1000 euro puntandone 1. Magari una volta vincono ma quasi sempre perdono e MAI si trovano in attivo a fine anno.
Quelli che si sentono furbi ma che puntualmente dimostrano di non esserlo, perche’ un profitto costante non si ottiene con la fortuna o con la “furbizia”. Si ottiene con la costanza. Questi giocatori ipotizziamo siano circa il 55%. Il restante 10% e’ costituito da quelli che studiano, che si interessano, che leggono, che sperimentano, che stanno sui forum, che si applicano e che pensano che sia possibile avere una rendita ulteriore con le scommesse o con il trading.
Con quei metodi insomma che gli altri 90 considerano “soldi facili” e quindi un’illusione. In realta’ non sanno quanto siano “soldi difficili”, quanto tempo, quanta dedizione, quanto studio occorra per rendere tutto questo realta’. Noi vogliamo dimostrare che il betting Exchange in italia puo’ prendere piede, come sta facendo, e che puo’ diventare un sistema alla portata di tutti, e di questo speriamo se ne rendano conto gli scettici e gli increduli perche’ piu’ persone si dedicano al betting Exchange in Italia e in Europa, e piu’ gli eventi e la liquidita’ sono destinati a crescere, rendendo ancor piu’ interessante uno strumento gia’ di per se’ validissimo.
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