Mentre Carlo Tavecchio si pronuncia contro gli stadi nuovi, anche il Milan si attiva per costruirne uno, col sostegno di Emirates
La Serie A continua a interrogarsi sul modo di riconquistare l’appeal perso nel corso degli ultimi anni, in concomitanza con il declino dell’intero sistema paese. Se Tavecchio sembra guardare nello specchietto retrovisore, evocando l’ipotesi di un semplice maquillage degli stadi già esistenti, strada che ha già fatto danni inenarrabili ai tempi di Italia ’90, Roma e Milan guardano invece davanti e puntano alla costruzione di nuovi impianti di proprietà, in grado di colmare parte del gap che separa le nostre società da quelle al top in Europa. In questo quadro va salutato come merita il nuovo accordo di sponsorizzazione che ha legato per i prossimi cinque anni il Milan e Emirates, anche se qualche precisazione andrebbe fatta.
L’accodo tra la società rossonera e Emirates è stato salutato con grande enfasi dai mezzi di stampa nazionali. In effetti si tratta di un accordo importante, ma che non sposta di molto i termini della questione relativa al declino del Milan negli ultimi anni, simboleggiato dalla esclusione della squadra dalle coppe europee di questa stagione. Se infatti il nuovo accordo porterà circa 80-85 milioni di euro fissi per le prossime cinque stagioni, più una quota variabile di 15-20 milioni, sembra molto improbabile che questi soldi possano bastare per la costruzione del nuovo stadio, come trionfalmente preconizzato da una stampa ancora una volta pronta a svalutare il proprio ruolo informativo.
La costruzione di un nuovo stadio, come dimostrano del resto le cifre che ballano sul tavolo della trattativa riguardante il nuovo impianto della Roma, comporta l’impiego di svariate centinaia di milioni di euro. Una mole di soldi che sono la diretta conseguenza del fatto che non basta acquistare l’area su cui erigere il tutto, ma occorre anche predisporre le opere accessorie, ovvero il contorno e i collegamenti. Ecco perché il trionfalismo che ha salutato l’operazione Emirates-Milan suona francamente eccessivo.
Il vero vantaggio del rinnovo del contratto di sponsorizzazione potrebbe quindi a gioco lungo rivelarsi quello relativo al nome da dare al nuovo impianto che potrebbe essere costruito dal Milan, con una operazione come quella che ha portato Emirates a battezzare il nuovo impianto dell’Arsenal. Una operazione vantaggiosa da entrambe le parti, ma che certo sembra difficile possa essere collegata all’arrivo di giocatori come Messi o Cristiano Ronaldo evocato da alcuni nelle precedenti 48 ore. Per arrivare a quei livelli ci sarà probabilmente bisogno di molto altro, a partire probabilmente da una proprietà più vogliosa di impiegare risorse nella costruzione di un team competitivo di quanto non abbia dimostrato la famiglia Berlusconi nel corso degli ultimi anni.