La riforma del calcio preventivata dal duo Tavecchio-Lotito rischia di rivelarsi la pietra tombale per il calcio italiano
La Serie A e il mondo del calcio in generale hanno iniziato ad interrogarsi sulla riforma del calcio italiano preventivata dal duo Tavecchio-Lotito, che potrebbe rivelarsi addirittura catastrofica per molti club tricolori. Il duo che guida la Federazione, si è ormai specializzato nel collezionare gaffes micidiali, come quella sui cosi tirata fuori dal presidente della Lazio per cercare di mettere una toppa alle esternazioni su Opti Pobà e gli extracomunitari che affollerebbero il calcio italiano, mentre semmai il problema sarebbero i troppi comunitari non italiani. Più che la scarsa dimestichezza con la lingua italiana e con il buon senso di Tavecchio e Lotito, a preoccupare buona parte del mondo calcistico nazionale dovrebbe però essere la riforma partorita dal duo, che potrebbe avere conseguenze letali per il calcio italiano.
In una situazione che vede molti clubs indebitati al massimo e alle prese con la mancanza di ricavi adeguati per la totale inadeguatezza degli stadi, la riforma partorita dalla fertile mente di Lotito prevede infatti il pareggio di bilancio da raggiungere entro tre anni, pena l’esclusione dai campionati. Per capire di cosa si tratti, basti pensare che praticamente pochissime squadre della nostra Serie A si troverebbero a posto al momento, mentre molti altri dovrebbero fare i salti mortali per rientrare nei parametri. In pratica Juventus, Roma e Inter si troverebbero a dover cedere un paio di gioielli, per non correre rischi, a meno di non aumentare in maniera sensibile i propri ricavi.
Considerato che le nostre squadre debbono confrontarsi a livello internazionale con corazzate come Bayern, Real Madrid, Barcellona e squadre della Premier, che possono contare su regimi fiscali migliori e fatturati molto più alti, in breve tempo l’Italia si ritroverebbe con un ranking UEFA al livello di paesi come Grecia e Belgio e lontana mille miglia dalla crema del calcio continentale. Il tutto per dare modo a Lotito di non dover spendere soldi per adeguare la sua squadra alle aspettative dei tifosi biancocelesti.
Fa infatti sorridere pensare che dietro a questa riforma ci sia l’intento di moralizzare il calcio, cosa che si potrebbe fare ad esempio mettendo tetti salariali che nessuno si sogna di fare, oppure stabilendo che non è possibile spendere più di quanto si incassa. Principi che ad esempio valgono in uno sport come il basket professionistico NBA, con utili da capogiro generati ogni anno a vantaggio delle squadre della Lega e con una alternanza al vertice che regala emozioni a non finire. Da noi, purtroppo, ci dobbiamo accontentare delle parodie di riforma di un sistema che non sa guardare oltre il proprio naso.